Se sei aggiornato sul mondo della cannabis e dei suoi derivati, sicuramente avrai sentito parlare del THC e, più recentemente, dell’HHC. Uno è il classico noto a tutti, l’altro è comparso come un’alternativa che ha suscitato molto interesse… fino a poco tempo fa. Le leggi cambiano, emergono nuovi composti ed è facile perdersi. In questo articolo mettiamo le carte in tavola: confronteremo in modo chiaro e diretto l’hhc vs thc. Parleremo delle loro differenze chimiche, di come agiscono, cosa dice la legge in Italia, i rischi associati e quali alternative potrebbero emergere. Vogliamo che tu abbia informazioni affidabili e aggiornate. Andiamo al sodo!
Cos’è l’HHC e come si ottiene?
Il esaidrocannabinolo (HHC) è un cannabinoide semisintetico che si trova naturalmente in quantità molto piccole nei semi e nel polline della pianta di cannabis, anche se la sua concentrazione è così bassa che la sua estrazione diretta non è commercialmente praticabile.
Per questo motivo, l’HHC viene prodotto in laboratorio tramite un processo chiamato idrogenazione, che consiste nell’aggiungere molecole di idrogeno al THC o al CBD, utilizzando catalizzatori come palladio o nichel. Questa modifica elimina i doppi legami nella struttura molecolare, risultando in un composto chimicamente più stabile al calore, all’ossidazione e alla luce ultravioletta.
Questa resistenza rende l’HHC un’opzione interessante per formulazioni più durature, soprattutto nei prodotti da vaping e negli edibili, dove la degradazione del principio attivo può compromettere la qualità.
Va sottolineato che, nonostante la sua presenza crescente sul mercato, l’HHC è stato incluso nella lista delle sostanze proibite in Italia a partire da marzo 2025, limitandone la commercializzazione e distribuzione. Tuttavia, continua a essere oggetto di studio in altri paesi dove il suo uso è ancora permesso.

Benefici dell’HHC
L’esaidrocannabinolo (HHC) ha attirato l’attenzione di consumatori ed esperti per il suo potenziale terapeutico e i suoi effetti distintivi. Sebbene la ricerca scientifica sia ancora limitata, diversi studi preliminari, insieme a numerose testimonianze di utenti, permettono di delineare un profilo di benefici provvisorio, tra cui spiccano:
- Proprietà antinfiammatorie
- Proprietà ansiolitiche
- Rilassamento muscolare
- Miglioramento dell’umore e sensazione di calma
Come tutti i cannabinoidi, non è privo di effetti collaterali. L’HHC sembra non alterare acutamente la percezione del tempo, la memoria a breve termine o le capacità motorie; tuttavia, sono stati segnalati secchezza delle fauci, vertigini, lieve sonnolenza e confusione leggera. Finora, non esistono ricerche cliniche conclusive sulla sua sicurezza nel consumo cronico o prolungato, rappresentando un limite importante per un uso medico ufficiale.
Origini chimiche e produzione dell’esaidrocannabinolo
L’esaidrocannabinolo (HHC) si ottiene tramite un processo chimico chiamato idrogenazione, che trasforma il THC (tetraidrocannabinolo) o il CBD (cannabidiolo) in un derivato più stabile. L’idrogenazione implica la saturazione dei doppi legami presenti nell’anello terpenico del THC mediante l’aggiunta di atomi di idrogeno. Eliminando i legami insaturi, la struttura chimica del THC si trasforma, dando origine all’HHC, un composto completamente idrogenato.
Questa modifica strutturale non altera radicalmente il modo in cui la molecola interagisce con i recettori cannabinoidi CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, ma migliora notevolmente alcune proprietà fisico-chimiche. In particolare, l’HHC diventa molto più resistente all’ossidazione, al calore e alle radiazioni ultraviolette.
Cos’è il THC e qual è la sua origine?
Il tetraidrocannabinolo (THC) è il principale cannabinoide psicoattivo presente nella pianta di cannabis. A differenza dell’HHC, il THC è un fitocannabinoide naturale, ovvero si forma endogenamente nella pianta senza interventi chimici artificiali.
Il THC si produce naturalmente attraverso la decarbossilazione del THCA (acido tetraidrocannabinolico), che si attiva con il calore o l’invecchiamento. Nel corso degli anni, il THC è stato oggetto di numerose ricerche ed è diventato uno dei composti più studiati della cannabis grazie alla sua vasta gamma di possibili applicazioni terapeutiche e al suo impatto sull’esperienza ricreativa.

HHC | THC | |
---|---|---|
Origine principale | Semi-sintetico (derivato da THC o CBD) | Naturale (principale composto psicoattivo della cannabis) |
Molecola chiave | Struttura idrogenata (senza doppio legame) | Presenza di doppio legame nell’anello di cicloesene |
Stabilità | Alta stabilità (resiste meglio a luce, calore e ossidazione) | Minore stabilità (si degrada facilmente in CBN) |
Effetto principale | Psicoattivo (descritto come più leggero, chiaro e funzionale) | Psicoattivo (effetto più potente e tipico del “sballo”) |
Legalità in Spagna (2025) | Proibito (da aprile 2025) | Ristretto (uso privato e medico consentito con limitazioni*) |
*Lo status legale del THC presenta alcune sfumature, le vedremo ora.
Rischi e sicurezza
Il divieto dell’HHC e le restrizioni sul THC sono motivate principalmente dai rischi che presentano, spesso poco conosciuti:
THC | HHC | |
---|---|---|
Effetti ricercati | Euforia, rilassamento, percezione alterata | Rilassamento, possibile euforia (più lieve), chiarezza mentale(?) |
Possibili effetti negativi | Ansia, paranoia, secchezza delle fauci, tachicardia | Simili al THC (forse meno intensi?), capogiri |
Principali rischi | Dipendenza, compromissione cognitiva, psicosi (a lungo termine), vaping | Dati insufficienti, tossicità acuta, psicosi, contaminanti |
Ricerca | Estesa | Molto limitata / emergente |
Preoccupazione principale | Rischi noti con uso prolungato | Incertezza dovuta a mancanza di studi e regolamentazione |
Il futuro e le possibili alternative legali
Con il divieto dell’HHC, il mercato non resta fermo. Si inizia già a parlare di altri cannabinoidi minori o modificati come possibili cannabinoidi legali in Italia.
Si sentono nomi come PHC (Pentidrocannabinolo), Tresconol, NL-1… Sono altri composti derivati dalla cannabis, spesso anch’essi semi-sintetici, che vengono promossi per avere effetti simili al THC o all’HHC ma (per ora) non sono esplicitamente vietati. Il problema è che la loro situazione legale è altrettanto incerta come lo era quella dell’HHC prima di questa nuova legge, perché potrebbero essere i prossimi nella lista.
Quando si cerca un alternativa al THC o all’HHC, bisogna tenere presente che si sa poco di questi nuovi composti, e allo stesso tempo si potrebbero consumare prodotti di bassa qualità o contaminati. Per questo è essenziale acquistarli da fornitori affidabili.